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Cultura della montagna head2

PROIEZIONI DI DOCUMENTARI PER LE SCUOLE

 

Perché iniziative collaterali per la scuola? L’Educazione ambientale deve essere considerata al tempo stesso come un impegno e un’opportunità per ciascuno di noi. Informare, individuare strategie ed azioni integrate volte al riconoscimento dei valori ambientali rappresenta una scommessa la cui vittoria consentirà a ciascuno di noi di vivere meglio. Questa sfida va colta per promuovere, soprattutto fra le giovani generazioni a cui è affidato il futuro del nostro pianeta,  buone pratiche di educazione ambientale.

Per promuovere, dunque, una più efficace cultura della montagna e più in generale delle bellezze paesaggistiche della nostra regione presso gli studenti del territorio si sono proposte al 1° Circolo Didattico, alla Scuola Sec. I grado “Pitagora”, all' Ist. Comprensivo “Manzoni Augruso” ed all'Istituto e Liceo Musicale Paritario "Sebastiano Guzzi" di Lamezia Terme e dall'Istituto Magistrale di Palmi un programma di proiezioni di documentari che potesse contribuire alla migliore conoscenza del territorio.

 

 

I DIMENTICATI

 di Vittorio De Seta

 

L’idea di far conoscere agli studenti il documentario I dimenticati non nasce soltanto come omaggio al regista calabrese Vittorio De Seta recentemente scomparso a Sellia Marina il 28 novembre 2011 ma anche come utile occasione per far conoscere come era la vita dei piccoli paesi calabresi più di sessanta anni fa quando piogge e neve isolavano concretamente queste comunità dal resto del mondo.

Il documentario I dimenticati, ultimo di una serie di 10 cortometraggi girati dal regista calabrese tra il 1954 ed il 1959, nasce, come ha espressamente dichiarato l’autore dopo aver appreso dell'esistenza in Calabria di paesi senza strada alla fine degli anni '50. Andò così in uno dei questi comuni e precisamente ad Alessandria del Carretto in provincia di Cosenza dove filmò la "Festa dell'abete" che gli era stata raccontata.

La storia inizia con un camion che diretto al piccolo paese di montagna Alessandria del Carretto, a mille metri sul livello del mare, deve fermarsi perché la strada sterrata che percorre ad un certo punto finisce in quanto la sua costruzione è stata bloccata da anni. L’unico modo per portare in paese il carico del camion è quello di trasferirlo sui muli che, con un percorso di circa 15 km, attraverso boschi, fiumare in piena e dirupi, raggiungono finalmente il paese di Alessandria del Cerreto "un mucchio di case vecchie, 1600 uomini e donne, un mondo arcaico, spento, dimenticato." 

All'inizio della primavera in questo paese, si celebra la "Festa dell'abete": una "sagra antica e meravigliosa"che celebra l'inizio della bella stagione. All'alba un gruppo di uomini alessandrini raggiunge la montagna e i “mastri d’ascia” abbattono una lunga pianta di abete, che sarà trascinata fino al paese da giovani e anziani, accompagnati dalla musica di strumenti popolari. All'entrata del paese le donne portano cesti carichi di prodotti tipici adibiti per il pranzo. Dopo qualche giorno si celebra la festa di Sant'Alessandro, patrono del paese, e viene allestito l'"incanto", dove prodotti tipici e oggetti vengono messi all'asta e il ricavato sarà utilizzato per pagare le spese della festa. Nel pomeriggio l'abete viene innalzato in una piazza del paese, con la cima addobbata di formaggi e oggetti vari e alcuni uomini cercano di scalare l'ambito abete. Solo un giovane riesce a scalare l'albero e si appende con le gambe ai rami della cima, lasciandosi ondeggiare senza alcuna paura di cadere. Poi scende tra gli applausi di tutta la folla. Dopodiché la festa si conclude e la gente si appresta a ritornare verso la strada di casa, lasciandosi indietro un momento di allegria e spensieratezza, ma trovandosi davanti un nuovo anno di fatiche e di difficoltà.

 

 

LA SILA

 di Francesco Bevilacqua

 

La Sila, con i suoi 150.000 ettari il più grande altopiano d'Europa, attraversa le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. Il suo parco nazionale, in idea il più antico della Calabria (il primo disegno di legge risale al 1921) ed uno dei prime 5 istituiti in Italia, distingue una Sila Greca, una Sila Grande ed una  Sila Piccola e comprende alcuni tra i rilievi più alti della regione come il Monte Botte Donato (1.928 m), il Monte Nero (1.881 m), il Monte Curcio (1.788 m) ed altri. Nell’immaginario collettivo la Sila evoca grandi nevicate, branchi di lupi, bellissimi laghi e, nella stagione propizia, gustosi funghi.

Il cortometraggio documenta il territorio silano attraverso la sua fauna in primis il lupo cui si aggiungono il gatto selvatico, la volpe, il tasso, la martora, la faina, la donnola, la puzzola, il ghiro, lo scoiattolo nero, il capriolo, il cervo, il cinghiale, la lepre, e tra gli uccelli, fra gli altri lo sparviero, la poiana, il nibbio reale, il gufo reale, il bar baggiani e la civetta. Non è, poi, impossibile individuare, nei laghi silani, anatre, svassi, aironi, durante i periodi di migrazioni e la trota fario certamente il pesce più diffuso nei corsi d'acqua e nei laghi del territorio. Relativamente alla flora la Sila presenta un patrimonio floristico di particolare valore scientifico con oltre 900 specie diverse. Al faggio, al pino laricio ed al castagno si aggiungono erbe officinali come la valeriana, il sambuco, la malva e l’ortica. Non può certo mancare un riferimento ai fiumi Crati e Neto i due più lunghi ed importanti fiumi della Calabria ed ai laghi Ampollino, Arvo, Cecita e Ariamacina.

 

LE SERRE 

di Francesco Bevilacqua


Le Serre calabresi, con un territorio che ricade nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro, confinano al Sud con l’ Aspromonte e a Nord con la Sila.  La catena delle Serre, costituita da due lunghe successioni parallele di rilievi montuosi e collinari hanno nel Monte Pecoraro  (1423 m s.l.m.) la vetta più elevata ed iniziano al Passo della Limina per terminare all’istmo di Catanzaro, il punto più stretto d’Italia, dove solo 35 chilometri separano il mar Ionio dal mar Tirreno. Caratterizzate dalla presenza di boschi di latifoglie e conifere, attraversati da numerosi corsi d'acqua sono presenti abete bianco, querce e faggio. La fauna che ha subito molti danni a causa della caccia resta, in ogni caso, di grande interesse.

Nel 1990 con la Legge Regionale n. 48 è stato istituito il Parco Regionale delle Serre o Parco naturale delle Serre, senza che però fossero ben definiti i suoi confini. All'interno del parco ricadono: la dorsale del Monte Pecoraro, il Monte Crocco, il bosco Archiforo, il bosco di Stilo, il bosco di S. Maria, i fiumi Ancinale e Alaca, le fiumare Stilaro, Assi, Mulinelle, Precariti e Allaro oltre ai valloni Folea e Ruggiero.

 
con il contributo ed il patrocinio di
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